Esistono varie forme di violenza, dal maltrattamento fisico, all’abuso sessuale, a violenze più sottili e difficili da individuare, quelle psicologiche.
Ma cos’è la violenza per un minore?
È qualcosa che accade al bambino senza che il suo sapere riesca a dare senso a ciò che accade.
In altre parole il bambino non riesce a darle un significato o semplicemente non riesce a decodificare il messaggio o gesto datogli dall’adulto.
Ad esempio il bambino riceve una carezza dallo zio, ma a che titolo? Come segno di affetto, perversione o altro? Il bambino non riesce a dirsi questo.
Il maltrattamento e l’abuso sui minori portano a conseguenze a breve, a medio e lungo termine. Va ricordato anche che alcuni bambini abusati diventeranno dei potenziali abusanti.
Ma quali possono essere alcuni indicatori che segnalano che il bambino è stato vittima di violenza?
Ci sono comportamenti svariati che possono andare dalla difficoltà a relazionarsi con gli altri, ad irrequietezza, aggressività, disturbi del sonno, regressioni, difficoltà nell’apprendimento o nelle condotte alimentari, dolori fisici, fobie, disturbi nella percezione di sé e altro ancora.
Quello che deve attirare l’attenzione dell’adulto è che spesso in seguito ad abusi i bambini possono cambiare i loro comportamenti abituali. Per questo è importante il dialogo con gli altri e l’osservazione del comportamento del bambino: prima era iperattivo e ora non lo è più?
Era socievole ed ora non lo è?
Vi sono abusi domestici, extrafamiliari e intrafamiliari, ma la maggior parte degli abusi avviene in famiglie o da persone di cui i bambini hanno stima e fiducia.
I bambini nelle relazioni familiari vengono umiliati, svalutati, strumentalizzati in modo continuativo nel tempo. Questo ha incidenze sullo sviluppo psicologico, fisico e sulle relazioni del bambino stesso.
Ci sono poi delle forme di violenza di cui si parla meno, ad esempio la violenza assistita, dove il bambino assiste alla violenza perpetrata da parte di una figura di riferimento e dove spesso c’è la paura di denunciare.
Oppure vi sono altre forme di violenze nei confronti della donna, dell’anziano, del disabile.
Vorrei concludere queste riflessioni riportando alcuni dei vissuti del bambino vittima di abuso e violenza:
l’impotenza (non potevo fare nulla), il tradimento (l’ho detto a mia madre ma non mi ha creduto), la colpa (ci stavo anche io, all’inizio mi piaceva), la vergogna (mi vergogno a parlarne, cosa penseranno di me?) e la stigmatizzazione (ma perché proprio a me?).
L’ascolto del bambino diviene la parola chiave, bisogna cercare di ascoltare i bambini, come si sentono, cercando di non fare pressioni o domande troppo dirette, rispettandone i loro tempi.