I giovani e il suicidio

Intorno al suicidio convergono numerosi pregiudizi. Essi sono mantenuti e indotti da un atteggiamento istintivamente difensivo che porta l’opinione pubblica, spesso maldestramente informata dai mezzi di comunicazione di massa, a prendere le distanze da un evento così sconvolgente; altre volte, i pregiudizi e i luoghi comuni sono scorciatoie e semplificazioni interpretative anch’esse ansiolitiche, tendenti a riparare dall’angoscia indotta dalla complessità dell’evento.
Il suicidio, così come il tentato suicidio, è in genere preceduto da una serie di segnali che, se capiti in tempo, possono mettere preventivamente in allarme chi ha più stretti rapporti con la persona a rischio.
L’evento impulsivo nasconde sempre e comunque un disagio antico, lungo a volte quanto la vita stessa della vittima.
E’ noto che la solitudine rappresenta una delle condizioni più ricorrenti tra i giovani suicidi; occorre tuttavia ricordare che la solitudine è qui intesa come isolamento sia emotivo che sociale.
Alcuni autori hanno infatti dimostrato che ciò che pesa di più nella vita di un adolescente con condotte suicidarie non è tanto il non avere rapporti amicali, quanto piuttosto il non avere veri amici con i quali potersi confidare e sui quali confidare.
Secondo alcuni autori gli adolescenti che hanno tentato il suicidio hanno vissuto, nei sei mesi precedenti l’atto, un evento significativamente negativo.
Le esperienze traumatiche più comuni sono la separazione o il divorzio dei genitori o, anche, la nuova unione sentimentale di uno dei due; ma anche un ambiente familiare che, pur non arrivando a ciò, sia oppresso da un costante clima di tensione può costituire un fattore così stressante da indurre nell’adolescente sentimenti di rifiuto, vissuti di mancanza di sostegno affettivo che, a loro volta, possono produrre una carenza di autostima tale da provocare comportamenti controaggressivi.

Fra i fattori precipitanti più frequenti tra i giovani vi sono anche la rottura di un legame sentimentale, i problemi scolastici e i guai con la giustizia, l’abuso di droghe e alcol, la perdita di una persona cara o di un genitore.
Tra le ragioni che causano negli adolescenti un livello di stress correlabile alle condotte suicidarie grande rilievo e notevole interesse ha, ancorchè poco esplorata, la sfera della sessualità e in particolare l’omosessualità.
Altri eventi che ricorrono nelle storie di giovani donne che hanno tentato il suicidio sono la gravidanza non voluta o rifiutata e la molestia sessuale.
I precedenti tentativi di suicidio costituiscono certamente un fattore importante.
Come già accennato , cosi’ come l’integrità del nucleo familiare può costituire un elemento protettivo nei confronti del fenomeno del suicidio degli adolescenti, la sua fragilità rappresenta, al contrario, un sicuro elemento di rischio.

Comunque sia l’idea o il proponimento di suicidarsi è, specialmente tra i giovani, un processo graduale che tende a concretizzarsi a mano a mano che nuclei di depressività, senso si sfiducia, di disistima o la sensazione che non vi sia più nulla da fare si fanno strada nella psicologia dell’individuo.
Troppo spesso l’ideazione suicidaria è vissuta con vergogna, il che rischia di isolare ancor più la persona e di farla sentire anomala; in questo modo i suoi problemi non possono che ingigantirsi, apparendo insolubili.
Il parlarne, superando l’inevitabile diffidenza e riottosità, non può che sollevare la persona da una penosa sensazione di incomunicabilità: comunicare il suicidio può significare, in questa situazione, infrangere un tabu’, costringere a pensare ai propri problemi senza l’alibi del vissuto di anormalità.

Droghe e alcool: L’influenza di alcuni fattori

Le droghe sono spesso dipinte dai “mass media” come dannose, nocive, lesive. Questa impressione è logicamente rinforzata dagli incidenti legati all’uso di droghe.
L’uso di alcol, droga sono influenzati da molti fattori che qui di seguito elencherò:

Fattori individuali. Incidono fattori di personalità (individui diversi reagiscono in maniera diversa di fronte allo stesso problema).
Sesso. Nella maggior parte delle società i maschi usano più droghe delle femmine. Rispetto all’età i giovani usano droghe illegali più spesso delle persone più anziane. Gli adolescenti possono essere più inclini delle persone più mature a rischiare.
Intelligenza. La maggior parte delle persone che fanno uso di droghe non sono stupide. Alcune provengono da ambienti svantaggiati, altre no. Studi di ricerca giungono alla conclusione che ne’ l’uso ne’ l’abuso di droghe legali o illegali può essere attribuito a scarsa intelligenza o a mancanza di informazioni.
Salute mentale. Alcune delle persone con gravi problemi di alcol o di altre droghe soffre di disturbi psicologici gravi, è spesso estremamente difficile dire se questi disturbi sono la causa o il risultato dell’uso di alcol o droghe.
Eventi stressanti di vita. Alcuni studi clinici hanno rilevato un alto livello di eventi stressanti nell’esistenza delle persone che presentano gravi problemi di alcol e droga. gli eventi stressanti della vita possono essere causati da o dare come risultato un abuso di alcol e droghe.
Edonismo. La maggior parte delle persone che usano droghe lo fa perchè sono gradevoli o in qualche modo gratificanti. La maggior parte dell’uso di droghe è motivato dal piacere iniziale che procurano.
Queste “gratificazioni” potrebbero essere attribuibili agli effetti chimici/psicologici di particolari droghe.
Le persone che assumono droghe possono raggiungere stati psicologici particolari che vanno dall’euforia all’oblio.
Curiosità. L’uso iniziale di drohe è stato ampiamente attribuito a curiosità.

Vi è poi l’influenza di fattori ambientali tra cui:

Status socioeconomico/povertà. L’uso di droghe si verifica in tutti i livelli socioculturali. Tuttavia alcune forme di uso e abuso di droghe sono associate alla deprivazione sociale. In ogni caso anche molte persone benestanti abusano di droghe.
Pressione dei pari. Importante è la pressione dei pari nell’incoraggiare e mantenere l’uso di droghe.
I bambini più piccoli, sebbene normalmente molto influenzati dai genitori e da altri parenti, sono spesso molto soggetti all’influenza del gruppo dei pari.
Tale influenza diventa più forte con l’età e, dall’adolescenza, la pressione degli amici coetanei generalmente supera l’influenza della famiglia per quanto riguarda gli stili d’uso di alcol.
Ideologia/religione. L’uso di droghe può essere associato a o condannato da ideologie specifiche, convinzioni, religioni. Durante gli anni sessanta e settanta, l’uso di droghe illegali si associò in molti paesi allo spirito di ribellione giovanile e a valori esemplificati dallo stile di vita hippy. L’uso di droghe è invece incompatibile con la maggior parte delle religioni tradizionali e ortodosse del mondo.
Difficoltà familiari. Molte persone con problemi di alcol e droghe denunciano situazioni con gravi problemi familiari.
Problemi scolastici. In alcuni paesi è emerso che i giovani che fanno uso di droghe pesanti hanno problemi scolastici, come le assenze ingiustificate da scuola e l’abbandono precoce degli studi.
Reati. Alcuni autori hanno parlato del legame tra un forte uso di alcol e di droghe illegali e la perpetrazione di reati, tra cui crimini violenti (si pensa agli effetti disinibitori di queste droghe).
Disponibilita/prezzo. Non c’è dubbio che il prezzo e la disponibilità delle droghe sia legali (tabacco, alcol) che illegali sono fattori importanti che influenzano i modellli d’uso e di abuso.

Un libro carino che consiglierei riguardo al tema trattato è “Tre racconti in fiaba su probabili, strani incontri. Come parlare ai ragazzi di fumo, droga e alcool”, Editrice Esperienze, Operatori del Ser.T. Servizio Tossicodipendenze USSL Fossano.

Adolescenza e paure

L’adolescenza è una fase dell’età evolutiva che comporta uno sviluppo fisico, inteso come ridefinizione del sé corporeo, uno sviluppo sessuale con conseguenti ripercussioni a livello emotivo-affettivo e uno sviluppo cognitivo. In questo periodo di grandi cambiamenti gli adolescenti presentano paure, date dallo sviluppo delle capacità cognitive e da nuove consapevolezze che aprono la strada a sofferenze, ma anche a bisogni e speranze che sono il versante opposto di ogni paura.

Speltini sottolinea l’aspetto positivo della paura considerandola come presa di coscienza della problematicità del vivere, purchè non degeneri in angoscia nevrotica o in fobie ossessive; ma soprattutto propone di leggere la paura come un indicatore dell’ambiente psicologico dell’adolescente che, come tale, fornisce informazioni utili riguardo alla rappresentazione del sé e del mondo. Riconosce che la maggior parte delle paure sono apprese dall’ambiente familiare e sociale, ma non trascura l’aspetto innato di alcune paure.

Le paure dell’adolescente possono essere tra le più svariate, dalla scuola (come banco di prova delle capacità personali collegate al giudizio e alle attese dell’ambiente familiare ), ai genitori, visti come detentori di potere, giudizio e sanzione.
Ma ci sono anche le paure centrate sull’individuo, sui complessi di inferiorità, insicurezze, senso del ridicolo, incertezze sul futuro, solitudine, paura di non farcela.
Ci sono poi le paure centrate sul sociale, le paure date dal confronto con gli altri, la paura di essere inferiore o inadeguato, nonché la paura per tutti quegli avvenimenti che sfuggono al controllo personale.

In questo tumulto emotivo e di fronte a tutte queste paure, l’adolescente può rispondere con modalità differenti.
Può padroneggiare razionalmente le situazioni che lo avviano all’età adulta, o all’opposto agire in contrapposizione al mondo degli adulti, trasgredendone le regole. Il gruppo dei pari assume una notevole importanza nell’esplorazione e sperimentazione di bisogni innovativi e nella condivisione della trasgressione in un rapporto paritario di confronto e di sostegno reciproco all’interno del gruppo.

Le condotte trasgressive dell’adolescente possono andare dall’assunzione di droghe e alcol, ad atteggiamenti di sfida e di rischio, all’instaurare relazioni sentimentali autodistruttive, a comportamenti alimentari scorretti (disturbi alimentari). Questi comportamenti in realtà sono solo la punta di un iceberg, che spesso nasconde altre problematiche, quali scarsa autostima, insicurezza data dal confronto con gli altri, conflittualità nella propria famiglia d’origine,confini e ruoli familiari non chiari, problemi di comunicazione tra genitori e figli o nella coppia genitoriale.

In tutto ciò gli adulti rivestono particolare importanza per l’adolescente, la possibilità di confronto con loro permette al ragazzo di prendere le distanze dall’urgenza dei bisogni presenti legati alle sensazioni e agli impulsi per accedere al pensiero riflessivo in vista di un progetto futuro.
Ma questo è possibile solo se gli adulti stessi sono persone equilibrate e mature con un buon rapporto con la loro stessa parte bambina e adolescente.