Parlando di depressione questi sono alcuni dei sintomi elencati dal DSM per inquadrare questo disturbo:
- umore depresso, sentimento di inutilità o disperazione,
- sentimenti di colpa inappropriati,
- pensieri ricorrenti di morte o suicidio,
- perdita di interesse o piacere per le attività preferite,
- difficoltà a pensare, concentrarsi o prendere decisioni,
- agitazione, perdita di energia, senso di affaticamento e rallentamento delle funzioni fisiche,
- alterazioni dell’appetito, calo o aumento di peso significativi,
- alterazioni del sonno (sonno disturbato, tendenza a svegliarsi presto la mattina, sonno prolungato), sintomi fisici quali mal di testa o di stomaco)
Ma quali possono essere i fattori di rischio ?
Sicuramente gli eventi stressanti di vita negativi, quali la perdita del lavoro proprio o del partner, problemi di salute, lutti, separazioni..,
Le difficoltà familiari o di coppia, quali conflitti con i propri genitori o relazioni di coppia deludenti,
La percezione di ricevere un sostegno sociale inadeguato, quali scarso sostegno della famiglia, isolamento sociale, ma anche i fattori di personalità, atteggiamenti e abilità, tra cui un forte bisogno di ordine, controllo e perfezionismo.
Una psicoterapia ben condotta può esplorare la storia personale e familiare della persona, indagando se vi sono episodi precedenti di depressione, le esperienze infantili, eventuali difficoltà relazionali, atteggiamenti di scarsa autostima, nonché uno stile di pensiero negativo e perciò disfunzionale.
Inoltre lo psicoterapeuta può avvalersi di strumenti utili ad una ristrutturazione cognitiva diretta a modificare le convinzioni stereotipate dell’individuo. Infatti le persone depresse commettono errori logici che le portano a distorcere qualunque cosa gli accada leggendola in chiave di autobiasimo e autosvalutazione.
Tra le concause ritenute responsabili della depressione, vi sono fattori sociali, psicologici (sopra descritti) ma anche fattori biologici.
In riferimento a questi ultimi fattori, si ritiene che la depressione maggiore sia legata ad una ipoattività serotoninergica, per cui i farmaci antidepressivi funzionano alimentando il funzionamento delle sinapsi serotoninergiche.
Si tratta comunque di una terapia di tipo sintomatico in quanto modifica la carenza serotoninergica ma non modifica il processo che ha determinato questa carenza.
Per questo sono dell’idea che, soprattutto quando si parla di depressione maggiore, sia necessario associare una terapia farmacologica ad una psicoterapia, seguendo un modello bio-psico-sociale che sia aperto a tutte le possibili influenze.
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