Sessualità e disabilità

Iniziamo da qui, vostro figlio ha una disabilità.
Questo non è un argomento del tipo: “E  allora?”.
Una disabilità fa, nei fatti, una differenza, ma non la differenza che le persone sembrano pensare.
Vuol dire solo che vostro figlio potrà impiegare più tempo ad apprendere alcune cose rispetto agli altri bambini, in alcuni casi, molto di più.
Significa anche che potrebbe avere una disabilità molto evidente su cui gli altri faranno ipotesi per tutta la sua vita. Una disabilità fisica o cognitiva può comportare capacità di adattamento e intervento.
Significa anche che vostro figlio avrà bisogno di mettere da parte una quantità maggiore di amore e senso di accettazione per affrontare ciò a cui andrà incontro.
Ma, come mai stiamo parlando di questo quando l’argomento è la sessualità? Per capire la sessualità, è necessario capire l’amore.
Per capire l’amore occorre comprendere i legami.
Per comprendere i legami si deve comprendere l’amore incondizionato.
Toccare e parlare, accarezzare, sussurrare e sfiorare: le primissime lezioni che i bambini hanno bisogno di imparare è che essi sono essere preziosi e desiderabili.
Purtroppo studi dimostrano che i genitori toccano e parlano meno ai bambini percepiti come indesiderabili e poco attraenti. Questo è un duro fatto da affrontare.

Sono più di vent’anni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha richiesto uno studio esaustivo della sessualità umana all’interno del contesto dei rapporti umani.
Le persone disabili prendono coscienza del funzionamento sessuale del loro corpo spesso molto tardi nella vita rispetto ai loro coetanei non disabili.
E, a volte, nulla viene spiegato loro.
Alcune persone hanno opinioni inesatte sui propri corpi e l’ignoranza li conduce alla cattiva informazione e alla possibilità di essere abusati sessualmente (Ludwig e Hingsburger,1993).
Le persone che possono valersi di un’accurata informazione sulla sessualità sono molto meno soggette ad essere vittime di violenza rispetto a quelle che non ne hanno possibilità (Senn, 1988).
Capirete che insegnare la sessualità ad una persona con disabilità cognitiva va oltre il fargli recitare correttamente i nomi delle parti del corpo o il sapere come si fanno i bambini.
Crediamo sia importante integrare gli aspetti fisici, emotivi e sociali della sessualità in quello che si insegna.
La gente ha bisogno anche di capire i comportamenti e i valori in gioco ed apprendere le abilità pratiche per rispondere alle diverse situazioni.

Ad esempio quando una ragazza impara a conoscere il suo seno, deve sapere che:

  • il seno ha uno scopo funzionale ed estetico (aspetto fisico)
  • il seno è una parte privata del corpo (aspetto sociale)
  • ci sono modi di rifiutare le proposte indesiderate se qualcuno prova a toccare il suo seno (abilità)
  • se qualcuno prova a toccare il suo seno, lei potrebbe sentirsi a disagio (aspetto emotivo).

Ci sono altre questioni da considerare coi ragazzi con disabilità:

  1. L’adolescenza dei ragazzi con disabilità cognitive è perfettamente sovrapponibile a quella di tutti i ragazzi. Si verificano identici cambiamenti emotivi, fisici e sociali.
    In particolare i cambiamenti emotivi tipici dell’adolescenza possono essere particolarmente complessi da affrontare per i ragazzi disabili, poiché il loro nascente interesse sessuale verso altre persone può incontrare intensi rifiuti.
  2. Il sentirsi impreparati di fronte agli sconvolgimenti tipici dell’adolescenza dei ragazzi con disabilità cognitive sembra essere collegato ad un significativo aumento di problematiche psicologiche, particolarmente di carattere emotivo e comportamentale.
    Possono presentarsi difficoltà crescenti: a partire da un rifiuto a scuola, luogo dove emerge chiaramente la differenza con i coetanei, si può arrivare ad un quadro clinico di grave depressione e disistima di sé.
  3. L’educazione sessuale risulta fondamentale per gli adolescenti con disabilità cognitive. Sobsey (1994) ha messo in evidenza che le persone disabili presentano un rischio di essere abusate da due a più di cinque volte maggiore rispetto alla popolazione generale. In questa direzione, l’educazione sessuale facilita la messa in atto di comportamenti sicuri e può consentire alle persone disabili di raccontare un’esperienza di abuso.
  4. Le persone con disabilità cognitive sono capaci di amare, di sposarsi e di provare piacere sessuale. C’è bisogno di un messaggio equilibrato. La sessualità e i rapporti sessuali sono davvero possibili e desiderabili. Molte persone con disabilità cognitive si sono sposate con successo e sono state dei buoni genitori.

L’infanzia dei bambini con disabilità cognitive è diversa da quella degli altri bambini.
La differenza più rilevante, tuttavia, non si trova nel vostro bambino ma in coloro che lo circondano.
Dovete essere certi che gli altri ascoltino il modo in  cui parlate a vostro figlio e capiscano come vi aspettate che gli parlino.
In questo caso, non dovete tenere in considerazione il contenuto delle vostre parole, ma il tono della voce con il quale le pronunciate.
Ricordate inoltre il concetto fondamentale di autoconsapevolezza, che è alla base di una sana sessualità.
Questo si compone di due elementi: sono amato e sono accettato.